Sviluppo del linguaggio e campanelli d’allarme.
Sviluppo del linguaggio e campanelli d’allarme
Lo sviluppo del linguaggio è il processo attraverso il quale i bambini arrivano a comprendere e a comunicare durante la prima infanzia.
Più di ogni altro aspetto dello sviluppo, quello del linguaggio riflette la crescita e la maturazione del cervello.
Dalla nascita fino all’età di cinque anni, i bambini sviluppano la lingua con un ritmo molto rapido. Le fasi dello sviluppo del linguaggio sono universali. Tuttavia, l’età e il ritmo con cui viene raggiunta ogni tappa dello sviluppo linguistico varia notevolmente tra i bambini.
Molti genitori si preoccupano se vedono che il loro bambino parla meno degli altri o inizia a parlare più tardi degli altri, ma non dobbiamo dimenticare che ogni bambino ha i suoi tempi!
Se conosciamo le diverse fasi dello sviluppo, saremo in grado individuare i segni che ci consentiranno di intuire se il bambino sta sviluppando il linguaggio secondo le tappe fisiologiche o se ha bisogno di aiuto.
Le tappe dello sviluppo del linguaggio e campanelli d’allarme
Lo sviluppo del linguaggio inizia prima della nascita. Verso la fase finale della gravidanza, il feto inizia a sentire suoni e discorsi provenienti dall’esterno del corpo materno. I neonati, inoltre, amano molto la voce umana, con una particolare predilezione per le voci femminili.
1-3 mesi
Il bambino comunica attraverso il pianto per esprimere uno stato di disagio o un bisogno (fame, sonno, dolore) e si tranquillizza con la voce della madre.
3-4 mesi
Al terzo mese compare il sorriso sociale: il bambino sorride in risposta agli stimoli comunicativi dell’adulto.
Il bambino inizia a produrre vocalizzi con una sola vocale (ad esempio “aaaah”) e successivamente con suoni consonantici labiali (ad esempio “baaaaa”).
5-6 mesi
Inizia la lallazione, cioè l’emissione di sillabe (ad esempio “mamama, papapapa, babababa”…).
Il bambino segue l’adulto con lo sguardo e comunica giocando con la voce e variandone l’intonazione.
CAMPANELLI D’ALLARME: il bambino non piange, non compare il sorriso sociale, non inizia la lallazione.
7-12 mesi
La lallazione diventa variata: il bambino produce sillabe con consonanti diverse (ad esempio “mamata”).
Può comunicare, usando suoni o gesti, che vuole qualcosa o vuole che l’adulto faccia qualcosa.
Usa i suoni per attirare l’attenzione e iniziano i primi monologhi.
Compaiono le prime parole, ma non le usa con significato.
CAMPANELLI D’ALLARME: assenza di lallazione, il bambino emette solo vocali, non risponde ai tentativi di gioco o agli scambi comunicativi che l’adulto offre.
12-18 mesi
Il bambino segue i comandi verbali e pronuncia le prime parole con significato, ad esempio mamma, papà, acqua; È in grado di indicare le parti del suo corpo e amplia il suo vocabolario: a circa 18 mesi i bambini hanno un vocabolario da 10 a 100 parole, principalmente bisillabiche.
E’ in grado di seguire semplici istruzioni.
Usa una parola dandole il significato di una frase.
CAMPANELLI D’ALLARME: assenza di contatto oculare, assenza di gesti, il bambino non indica, perde le abilità che aveva già acquisito, assenza o povertà di suoni e parole.
18-24 mesi
Si assiste ad un’esplosione del vocabolario, il bambino nell’arco di poco tempo arriva almeno a 100 parole.
Il bambino combina 2 parole per formare una frase.
CAMPANELLI D’ALLARME: il bambino non segue semplici istruzioni, non dice mamma o altri nomi, non indica o non riconosce parti del corpo. Lo sviluppo del linguaggio può variare da un bambino all’altro, ma se il bambino non pronuncia alcuna parola a 18 mesi, è consigliabile consultare uno specialista.
24-30 mesi
Il bambino è in grado di seguire comandi verbali complessi.
Usa verbi, pronomi, plurali, generi.
Formula frasi di 3 elementi.
CAMPANELLI D’ALLARME: Il bambino produce meno di 50 parole oppure ne produce più di 50, ma non combina almeno due parole fra loro.
30-36 mesi
Le frasi diventano via via più complete.
Il bambino ha acquisito e pronuncia bene la maggior parte dei suoni della lingua: è in grado di produrre suoni come F, S, V, CI, GI e può comparire il suono “r”.
Il numero di parole conosciute è molto alto (fino a 500).
3-5 anni
Il vocabolario si espande ulteriormente (circa 2000 parole).
E’ l’età dei “perché?”.
Il bambino può raccontare una breve storia.
Il linguaggio è comprensibile sia ai familiari che agli estranei.
Pronuncia la maggior parte dei suoni correttamente.
In questa fase il bambino può tenere conversazioni più astratte e complesse.
Può usare molte parole descrittive per descrivere gli oggetti.
Dovrebbe già essere in grado di contare fino a dieci e conoscere la sua età.
Intorno ai 5 anni, inizia a capire alcuni concetti relativi al tempo, come mattina, pomeriggio, sera, prima e dopo.
Capisce le regole di base della grammatica e formula frasi più complesse.
CAMPANELLI D’ALLARME: Il bambino non usa frasi di tre elementi, ha un vocabolario povero, non comprende ordini più complessi, gli estranei non capiscono ciò che lui dice. A volte sembra non capire e non è in grado di raccontare le sue esperienze.
5-6 anni
Il bambino comprende tutto ciò che gli viene detto, usa frasi complesse ed è in grado di narrare sia le sue esperienze che storie semplici in un modo chiaro e comprensibile a tutti.
A questa età è molto probabile che la scuola sia già iniziata. Il bambino imparerà molte parole nuove e inizierà a leggere e scrivere.
Il suo linguaggio deve essere pienamente comprensibile.
CAMPANELLI D’ALLARME: Il bambino sembra non comprendere ciò che gli si dice, se non usa frasi complesse, non è in grado di raccontare le sue esperienze in modo chiaro e comprensibile a tutti.
I bambini crescono con ritmi diversi e nessun bambino, nel suo sviluppo, coincide mai totalmente con la descrizione per la sua specifica età. In ogni area di sviluppo c’è un ordine o una sequenza di tappe prevedibili, ma c’è anche una certa variabilità che viene considerata all’interno di ciò che definiamo “normale”.
Quindi ogni bambino sarà diverso nel raggiungere determinate competenze e una possibile variazione rispetto alle tappe fisiologiche dello sviluppo non significherà per forza che il bambino è soggetto ad un problema.
E’ sempre però raccomandabile rivolgersi ad uno specialista laddove riconosciate un ritardo nell’acquisizione di una tappa fondamentale dello sviluppo del linguaggio.
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